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Natale 2023

Davanti al presepe ci sta ci sentiamo spesso scaldare il cuore; lo ammiriamo immersi nel clima di dolce melassa natalizia, accompagnata da ripetuti suoni di carillon. Ma la scena qui rappresenta non è affatto un’immagine calda. Non tanto per la finta neve che qualcuno ancora si ostina a mettere. Il presepe è una scena fredda perchè accade di notte, con il gelo e la mancanza di riscaldamenti, con le situazioni di indigenza (alloggio, cibo, stanchezza, il parto imminente e la necessità di cure) in cui la Sacra Famiglia versa nel momento più terribile e così importante per Maria e per Giuseppe. Non importa se poi ci mettiamo le luci a intermittenza comprate dai Cinesi per dare colore, o per quanto siano elaborate le nostre statuine rappresentanti poveracci costretti a lavorare di notte.

 

Il quadro comunque rappresenta una scena fredda e buia nella sua originaria realtà: la stessa condizione vissuta oggi da tante persone a causa della guerra, della povertà e - più vicino a noi - per le situazioni di crisi economica, affettiva e spirituale. 

 

Dobbiamo ricordarci come in quel freddo sia il neonato Gesù a portare finalmente luce e calore; di come il bue e l’asinello si avvicinino loro per essere scaldati, di come la luce degli angeli attiri i pastori, increduli di poter finalmente vedere con chiarezza il loro gregge anche nelle ore notturne. E poi luce della stella… per attirare i Magi da ogni parte del mondo e capace di catturare anche l’attenzione di Erode e dei saggi ipocriti di Gerusalemme immersi nello sfarzo della loro esistenza e infastiditi quando vedono qualcosa brillare al di fuori sfidando il freddo e le tenebre per portare luce e calore ai tanti non ammessi nel sontuoso palazzo e dai quali si differenziavano sfrontati e prepotenti. 

 

Ecco la forza del Vangelo, ecco la salvezza del Bambinello capace di spezzare quel buio e annullare quel freddo. Beneficiare oggi di questo è l’augurio da chiedere per tutta l’umanità, per la Chiesa (dove le relazioni al nostro interno risultano a tutti i livelli diventare in qualche caso fredde e incapaci di comprensione e di perdono, nutrirendo invece rese dei conti e vendetta). E’ un augurio da chiedere per le nostre famiglie così schiacciate dalla complessità della vita di oggi, e soprattutto per gli ultimi - veri protagonisti del presepe - mai da dimenticare perchè essi, non solo a Natale ma ogni giorno, rimangono i più bisognosi di stare vicino al calore e alla luce emanati del Bambino Gesù. 

 

E infine auguriamo questo per ciascuno di perché quell’Infante ci sia guida esperta, la sua debole carne diventi la nostra forza, il suo fiato, lo Spirito Santo, riempia la nostra vita e la nostre azioni  scansando i nostri cuori, perchè accogliendo Cristo, Colui capace di cambiare tutto, si rinnovi nella nostra vita la nuova alleanza di pace tra Cielo e terra, tra Dio e gli uomini sempre meno interessati al suo Amore, perchè immersi nella fragile sicurezza di case e palazzi, incuranti di chi vive anche oggi il gelo del presepe nelle strade e nelle grotte, mentre noi quel freddo potremmo averlo ospitato nel nostro cuore.

 

Buon Natale del Signore.