· 

Un Festival... dai mille colori

E’ solo luogo comune dire che durante il festival di Sanremo se ne vedono di tutti i colori? Quest’anno ogni tipo di colorazione ha caratterizzato il territorio diocesano ben oltre le serate della kermesse.

 

Mentre la Liguria ad inizio settimana, tornava zona “gialla”, il tratto di Ponente da Santo Stefano a Ventimiglia cangiava in “un arancione tendente al rosso”. Complice da una parte la situazione allarmante della Costa Azzurra con l’aumento di contagi e ricoveri: chi si lamenta dei comportamenti sconsiderati di nostri connazionali, ancora incapaci di evitare gli assembramenti dopo un anno di pandemia, dovrebbe dare un’occhiata alla naturale sregolatezza con cui oltre confine si gira senza protezione sanitaria.

 

A pagarne il prezzo sono anche i frontalieri che devono recarsi al lavoro in ambienti dove sono loro a crearsi protocolli di sicurezza: ben ci sta l’impegno della sanità ligure nel tentare di vaccinarli subito, insieme agli over 80 anni.

 

Dall’altra parte del territorio diocesano le barriere “antivirus” si sono alzate invece proprio per il Festival. La cosa non è inserita nei comunicati ufficiali ma è chiara: il territorio è stato questa settimana di colore diverso rispetto al resto della regione anche per arginare il flusso di curiosi che avrebbe riempito Sanremo alla ricerca della riviera del... Fiorello... più che dei fiori.

 

Allo stesso tempo, chiudere durante la manifestazione avrebbe creato l’ennesimo danno economico ed esposto la conduzione ordinata dello show ad un rischio di riuscita. Per cui, seppur in zona “arancione tendente al rosso” i locali della sola città del Festival hanno potuto lavorare con le regole della zona “gialla”, suscitando lo sdegno doveroso e le proteste dei colleghi e delle autorità dei centri vicini dove l’indice di contagio risultava inferiore a quello registrato in Sanremo stessa.

 

Ovviamente le proteste hanno fatto effetto: ed ecco la zona parziale gialla tornare arancione da giovedì scorso.

 

Un arlecchino di situazioni: un pasticcio non sempre ben spiegato dove gli interessi dell’azienda della televisione sono passati sopra al disagio degli esercenti locali.

 

Il clima di tira e molla ha stancato tanti che nei mesi passati sono stati responsabili sulle regole. Un aprire e chiudere discontinuo senza l’impressione di avere la capacità di tracciare e arginare i focolai e facendo rispettare le disposizioni.

 

Se la lezione del Festival ci deve insegnare qualcosa, potrebbe essere che, anche in materia di pandemia, la comunicazione delle istituzioni deve essere leggera, precisa e positiva: le truppe sono stanche, il pane e il circo sono finiti.