· 

Lezione pratica di senso della proporzione

Sto uscendo dal supermercato con il carrello della spesa. Lui mi guarda e so cosa aspetta: punta all'euro che devo recuperare dopo aver scaricato le borse in macchina. Si offre di accompagnarmi spingendo lui fino all'autovettura per rimettere poi il trasporto al suo posto e incassare il compenso.

 

Anche se siamo nel parcheggio all'aperto non mi sono ancora tolto la mascherina indossata per accedere all'interno del negozio. <Fa caldo con queste addosso> gli dico: anche lui ne porta una per rispetto nei miei confronti appena si è avvicinato. Mi sorride. <Per fortuna adesso non c'è più l'ingresso controllato di poche persone alla volta o i guanti da indossare, le corsie a senso unico che se dimenticavi una cosa poi non potevi tornare indietro a prenderla...> continuo a ricordare come un veterano che racconta le sue battaglie. Lui continua a sorridere. Ecco la spesa caricata. Gira il carrello e si appresta a tornare indietro.

 

Non gli chiedo come si chiama e mi scappa invece un <da dove vieni?> Mi risponde con il nome di un paese dell'Africa che non saprei dove andare a cercare sulla cartina geografica: forse al sud del continente. Deve aver fatto un viaggio infinito per arrivare fin qui a prendere il mio carrello della spesa e sperare nell'euro di ricompensa. Ormai siamo in discorso, ho parcheggiato sotto un albero e un poco di ombra non gli dispiace visto che l'ingresso del supermercato è privo di tettoia o altro riparo. <Non ne usciremo più da questo coronavirus sembra...> butto lì, la frase più sentita e scontata di questi tempi. Lui ha ripreso a sorridere. <Non ti spaventa questa epidemia?> gli chiedo sperando di non trovarmi davanti un negazionista d'oltre mediterraneo: ho perso la voglia di discutere con costoro perchè mi rendo conto che - come tutte le discussioni di parte - è tempo perso.

 

Mi guarda un momento prima di rispondere, come se stesse esaminando l'ingenuo essere che devo apparire ai suoi occhi; poi la frecciata che mi colpisce come un pugno sul viso: <Rischi sanitari: da anni abbiamo l'ebola, che non perdona e non salva nessuno. Rischi alimentari: dalle mie parti con le tue borse della spesa di oggi ci mangiano tre famiglie per diversi giorni. Rischi climatici: le foreste e il gran deserto che ho dovuto superare contengono quattro volte la vostra Europa intera. Rischi politici: sono scappato perchè la mia gente ha perso e la guerriglia fa strage dei nemici. Rischi polizieschi: cosa succede in Libia quando arriviamo per sbarcare qui è da storia del terrore. Rischi militari: da voi siamo dei ricercati e in Francia ci aspetta l'esercito nei boschi dove prima sparano e poi chiedono i documenti: coronavirus. Paura di coronavirus?> conclude con questa domanda e si incammina verso la pensilina dei carrelli scuotendo la testa e ridendo.

 

Invece io ho la bocca storta. La nasconde la mascherina di cui prima mi stavo lamentando.